È stata messa a punto dai ricercatori della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs una nuova tecnica per rallentare l’evoluzione della degenerazione maculare, una delle patologie oculari più frequenti tra gli adulti sopra i 50 anni. La degenerazione maculare è una malattia progressiva che colpisce la macula, una parte della retina responsabile della visione centrale. La forma atrofica o ‘secca’ della degenerazione maculare coinvolge il deterioramento sottile della macula, causando una progressiva perdita della vista centrale.
Una nuova speranza per la salute oculare
Una nuova speranza brilla nel campo della salute oculare con l’annuncio di una tecnica innovativa per rallentare l’evoluzione della degenerazione maculare. I ricercatori della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs hanno sviluppato una procedura che utilizza cellule staminali provenienti dal cordone ombelicale per trattare la degenerazione maculare atrofica.
La degenerazione maculare in Italia
In Italia, il 2% della popolazione, ovvero oltre un milione di persone, è affetto da degenerazione maculare. Ogni anno si registrano circa 63.000 nuovi casi di questa malattia oculare che può portare a una significativa perdita della vista. La degenerazione maculare atrofica è una delle forme più comuni di questa patologia tra gli adulti sopra i 50 anni nel mondo industrializzato.
Una tecnica promettente
La nuova tecnica sviluppata dai ricercatori dell’Agostino Gemelli utilizza cellule staminali provenienti dal cordone ombelicale. Queste cellule staminali vengono isolate e successivamente iniettate nell’occhio del paziente attraverso una sottile cannula. Una volta iniettate, le cellule staminali possono fornire supporto e rigenerare le cellule danneggiate nella macula, rallentando così l’evoluzione della degenerazione maculare atrofica.
Persone colpite dalla degenerazione maculare atrofica
La degenerazione maculare atrofica colpisce principalmente gli adulti sopra i 50 anni. Questa malattia può causare una progressiva perdita della vista centrale, che può rendere difficile compiere attività quotidiane come leggere, guidare e riconoscere i volti. La nuova tecnica sviluppata dall’Agostino Gemelli potrebbe offrire una soluzione promettente per rallentare il deterioramento delle cellule della macula.
Fonte: Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs