La causa contro Nvidia si aggiunge alla battaglia legale avviata dal New York Times contro Microsoft e OpenAI. Anche in questo caso, tre autori statunitensi, Abdi Nazemian, Brian Keene e Stewart O’Nan, hanno citato in giudizio il produttore di GPU Nvidia, sostenendo che la società ha utilizzato i loro libri senza permesso per addestrare la sua piattaforma di intelligenza artificiale NeMo. Secondo gli autori, Nvidia ha utilizzato copie pirata dei loro libri durante l’addestramento della piattaforma, violando i diritti d’autore e privandoli dei profitti ottenuti dalle vendite dei libri. La causa è stata presentata in un tribunale federale di New York e potrebbe avere implicazioni significative per il modo in cui le società utilizzano i materiali protetti da copyright nell’intelligenza artificiale.
Le accuse degli autori contro Nvidia
Secondo Abdi Nazemian, Brian Keene e Stewart O’Nan, Nvidia ha utilizzato i loro libri senza il loro permesso per addestrare NeMo, la piattaforma di intelligenza artificiale della società. Gli autori sostengono che Nvidia abbia utilizzato copie pirata dei loro libri, violando il diritto d’autore e privandoli dei profitti derivanti dalle vendite dei loro libri. La causa è stata presentata in un tribunale federale di New York e i tre autori cercano risarcimenti finanziari per il presunto uso non autorizzato dei loro libri da parte di Nvidia.
Le implicazioni per l’utilizzo del copyright nell’intelligenza artificiale
La causa contro Nvidia solleva importanti questioni legali riguardo all’utilizzo dei materiali protetti da copyright nell’intelligenza artificiale. Se gli autori avessero successo nella loro causa, potrebbe stabilire dei precedenti significativi nel modo in cui le società possono utilizzare i materiali protetti in programmi di addestramento di intelligenza artificiale. Ciò potrebbe avere implicazioni per il settore dell’intelligenza artificiale in generale, poiché molte società ricorrono all’utilizzo di grandi quantità di dati protetti da copyright per addestrare i loro modelli.
“Abbiamo lavorato duramente per scrivere i nostri libri e avere successo come autori, ed è del tutto ingiusto che una società come Nvidia possa trarre profitto dal nostro lavoro senza il nostro permesso.” – ha dichiarato uno dei tre autori nella loro causa.