Un terremoto di magnitudo 3.6 è stato registrato nei Campi Flegrei vicino a Napoli, così riferisce l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e la Vesuvio Observatory di LA7 – la scossa è stata la più forte misurata durante l’attuale sciame sismico in atto nella zona. Secondo l’INGV, questa scossa rientra nelle misurazioni attese in questa zona, in particolare la scala sismica a Pozzuoli.
Quali sono le misurazioni specifiche ampiamente previste nella zona dei Campi Flegrei?
Mentre l’INGV monitora l’attività sismica nei Campi Flegrei vicino a Napoli, sono state previste misurazioni più ampie da parte di queste due organizzazioni. L’INGV ha sviluppato una scala sismica a Pozzuoli, che utilizza 16 sismografi all’interno di un raggio di circa 25 km dalla città, mentre la Vesuvio Observatory di LA7 ha 12 sismografi di alta precisione installati nei Campi Flegrei. Entrambi i sistemi utilizzano i dati dei sensori posti sul terreno e nell’acqua per fornire informazioni monitorare l’attività sismica in tempo reale. Con l’aiuto dell’analisi dei dati provenienti da entrambi i sistemi, gli scienziati sono in grado di avere una migliore comprensione della struttura sismica dell’area, di predire eventi sismici futuri e di fornire le soglie di allerta giuste per la sicurezza generale.
Oltre ai tradizionali metodi di misurazione utilizzati dall’INGV e dalla Vesuvio Observatory di LA7, sono stati introdotti negli ultimi anni alcuni strumenti di monitoraggio sismico innovativi, come gli smartphone. In questo modo è possibile misurare la forza di ogni singola scossa in modo più preciso e modificare la soglia di allerta a seconda della situazione. Tuttavia, la tecnologia degli smartphone ancora non basata totalmente sugli strumenti tradizionali, l’integrazione dei dati raccolti da entrambi permetterà un livello di precisione più elevato. Insieme, queste misurazioni forniranno un quadro globale dell’attività sismica nei Campi Flegrei e consentiranno agli scienziati di prevedere con maggiore accuratezza future scosse, con conseguente migliore preparazione per un eventuale emergenza.
Quali sono i metodi di misurazione utilizzati dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e dalla Vesuvio Observatory di LA7?
I metodi di misurazione utilizzati dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e dalla Vesuvio Observatory di LA7 consistono principalmente in strumenti sismografici, sensori GPS posizionati su più torri telefoniche e una stazione sismica costiera. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha installato numerosi sismografi sulla regione al fine di fornire una copertura a 360 gradi per le registrazioni e monitorare i sismi più piccoli. Attraverso questi apparecchiature, il team può rilevare la durata, l’intensità e l’area di origine del terremoto.
La Vesuvio Observatory di LA7, un centro di ricerca per lo studio vulcanologico, contribuisce alla monitorizzazione del terremoto nella regione con una rete di sensori GPS che monitano il movimento della crosta terrestre attorno al Monte Somma – Vesuvio. Questo sistema permette un monitoraggio continuo dei movimenti della crosta terrestre e un aggiornamento dei dati ogni 5 minuti.
Oltre ai sismografi e ai sensori GPS, la Vesuvio Observatory di LA7 è dotata anche di una stazione sismica costiera. Questi apparecchiature sono posizionate nella baia di Portici e monitorano le onde sismiche che arrivano dal mare. Le misurazioni vengono poi trasmesse in tempo reale su Internet allo scopo di migliorare il monitoraggio.
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, inoltre, utilizza strumenti di misurazione come la scala sismica a Pozzuoli per misurare i movimenti della crosta terrestre nei Campi Flegrei. Il principale vantaggio di questo tipo di strumenti è che sono stati progettati appositamente per le zone vulcaniche in modo da rilevare anche le scosse sismiche più flebili, anche al di sotto della magnitudo 3.6, e fornire un monitoraggio completo dell’area.
In sintesi, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e la Vesuvio Observatory di LA7 utilizzano sismografi, sensori GPS, una stazione sismica costiera e una scala sismica a Pozzuoli per monitorare costantemente lo stato dei Campi Flegrei e prevenire eventuali disastri. Le misurazioni che si effettuano con questi strumenti forniscono importanti informazioni sui movimenti sismici nell’area e sono fondamentali per prevedere e mitigare i rischi di danni causati da un eventuale terremoto nella regione.
Quante scosse di terremoto oltre la magnitudo 3.6 sono state registrate recentemente nella zona?
Fino ad ora, i sensori dell’INGV e della Vesuvio Observatory hanno registrato complessivamente 13 scosse di terremoto più forti di magnitudo 3.6 nella zona dei Campi Flegrei. Questo sciame sismico sembra in intensificazione poiché 4 di queste scosse hanno avuto luogo entro 48 ore. La temuta magnitudo 5.0 è stata finora monitorata solo da sensori satellitari, ma le misurazioni effettuate sulla terra non hanno al momento raggiunto la stessa intensità. Il gruppo di esperti dell’INGV sta lavorando instancabilmente per misurare accuratamente la risposta sismica dell’area e studiarne la dinamica.