Secondo la Repubblica, i ricercatori al Lawrence Livermore National Laboratory negli Stati Uniti hanno raggiunto un traguardo storico nella fusione nucleare, con il suo laser National Ignition Facility (NIF). Centrando un bersaglio di dimensioni di pochi millimetri con 192 fasci laser, il NIF ha simulato le condizioni all’interno del Sole e ha spinto la materia ad una temperatura equivalente a quella della fusione. Questo è un’importante tappa verso il progetto ITER, che mira a replicare il Sole sulla Terra producendo enormi quantità di energia pulita.
Quali sono i prossimi obiettivi del progetto ITER?
Il progetto ITER mira a rivelare i segreti della fusione nucleare controllata usando energia termica, simile a quella del Sole. ITER prevede la costruzione di un reattore nucleare a fusione simile al Sole all’interno di un superconduttore magnetico. Per produrre energia sostenibile, dovrà tenere sotto controllo un plasma di deuterio e trizio ad altissime temperature, mantenendo la stabilità dell’intero sistema. Per questo motivo, ITER richiederà tecnologie influenzate da vari tipi di fisica. I prossimi obiettivi del progetto ITER comprendono la costruzione di un impianto alimentato a energia nucleare, in grado di generare un’energia pulita e rinnovabile. I ricercatori mirano anche a sviluppare una macchina in grado di soddisfare le esigenze energetiche dell’umanità, immaginando l’ITER come un reattore a fusione nucleare a lungo termine. Gli scienziati sperano anche di raggiungere l’efficienza sulla fusione nucleare, riuscendo a produrre più energia di quanta ne consumi il reattore. Il prossimo anno, le autorità di ITER inizieranno a prendere in considerazione la possibilità di costruire l’impianto, che potrebbe iniziare a produrre energia entro il 2035. Speriamo che il lavoro svolto presso Lawrence Livermore National Laboratory sia un passo in avanti verso l’obiettivo di ITER, rendendo davvero la fusione nucleare un’opzione di energia pulita.
Perché la fusione nucleare è considerata un’opzione di energia pulita?
La fusione nucleare è considerata un’opzione di energia pulita in quanto non coinvolge l’utilizzo di combustibili fossili come petrolio, carbone o gas, non genera sostanze inquinanti come anidride carbonica e altre emissioni dannose o rifiuti radioattivi a lungo termine. Di conseguenza, si prevede che la fusione nucleare possa fornire alle persone un’alternativa all’energia a basso impatto ambientale prodotta da fonti fossili, anche in presenza di limitazioni sulle emissioni di anidride carbonica.
Inoltre, la fusione nucleare è considerata una fonte di energia ed è un’opzione di energia pulita poiché non è inquinante nei processi di produzione. L’energia prodotta non crea emissioni nocive, né emissioni di particelle nel processo di produzione e nel processo di funzionamento dell’impianto. Inoltre, l’utilizzo di combustibili nucleari non lascia tracce di noci magnetiche che possono essere associate a picchi di attività sismica.
Inoltre, la fusione nucleare è anche più sicura di altre forme di generazione di energia, poiché non sono necessari né elementi di fusione combustibili nocivi né rifiuti radioattivi. Ciò significa che non c’è alcun rischio di contaminazione dell’ambiente circostante e anche il rischio di un incidente nucleare è molto basso a causa dei meccanismi di sicurezza installati. Inoltre, i materiali usati nei reattori nucleari sono costosi e richiedono molto tempo per essere prodotti.
Infine, l’utilizzo di una fonte di energia rinnovabile come la fusione nucleare può anche contribuire a ridurre la dipendenza delle società dalle fonti energetiche inquinanti. Sebbene il processo di recupero dell’energia prodotta sia un processo complicato, una volta pienamente utilizzato, è possibile ottenere energia illimitata a costi molto più bassi rispetto all’energia prodotta da fonti di energia fossili. Quindi, l’utilizzo di questa fonte di energia rinnovabile è vista come un mezzo per ridurre sia i costi che l’impatto ambientale.
Quali altri ricercatori o laboratori stanno lavorando alla fusione nucleare?
Nonostante la recente impresa dell’ Lawrence Livermore National Laboratory, altri ricercatori e laboratori sono attivamente impegnati nella ricerca sulla fusione nucleare. Ad esempio, le università tedesche all’avanguardia nella tecnologia nucleare, il Max Planck Institute e il Karlsruhe Institute of Technology, collaborano per formare i ricercatori più giovani in preparazione del progetto ITER. Inoltre, numerosi altri laboratori di ricerca, dall’America all’Europa fino al Giappone, collaborano attivamente alla ricerca sulla fusione nucleare. Si prevede che con l’eccellente lavoro combinato di questi ricercatori, il progetto ITER porterà a una fusione nucleare efficiente, un obiettivo che rappresenterebbe un’importante fonte di energia pulita per il futuro.