Grazie a un raffinato volo in formazione su scala millimetrica, i due satelliti che compongono Proba-3 dell’ESA realizzeranno ciò che prima sembrava impossibile: osservare il percorso di un’eclissi solare totale per più di un’ora e mezza. La missione, pianificata per il 10 giugno 2039, avverrà in collaborazione con la NASA e il National Solar Observatory (NSO) degli Stati Uniti. L’evento si svolgerà nello spazio e consentirà agli scienziati di studiare la corona solare, la parte più esterna ed evanescente dell’atmosfera del sole, che solitamente viene oscurata dalla luce intensa del sole stesso durante l’eclissi. Questa sarà la prima volta che una missione in orbita terrestre permetterà di osservare l’intera durata di un’eclissi solare.
La missione Proba-3 e l’osservazione dell’eclissi solare
La missione Proba-3 dell’ESA è composta da due satelliti, uno chiamato Proba-3/Coronagraph, che funziona come un occulter o coronagrafo per bloccare la luce diretta del sole, e l’altro chiamato Proba-3/Autonomous Image Sensor (AIS), che funziona come telescopio per osservare la corona solare. Questi due satelliti saranno posizionati a circa 150 metri di distanza l’uno dall’altro e voleranno in formazione millimetrica, mantenendo un preciso allineamento durante l’intero transito dell’eclissi solare.
L’eclissi solare totale del 10 giugno 2039 è particolarmente interessante per gli scienziati perché offre un’opportunità unica di studiare la corona solare. Durante l’eclissi, quando la luna passa davanti al sole, la luce intensa del sole viene oscurata, permettendo agli scienziati di osservare la corona solare, la quale è composta principalmente da plasma ionizzato e raggiunge temperature di milioni di gradi Celsius. La corona solare è ancora piena di misteri per gli scienziati, e l’osservazione diretta della sua struttura e delle interazioni con il campo magnetico solare è fondamentale per approfondire la nostra comprensione del sole e del sistema solare.
La collaborazione internazionale e i benefici della missione
Proba-3 è il risultato di una stretta collaborazione tra l’ESA, la NASA e il National Solar Observatory (NSO) degli Stati Uniti. Questa collaborazione internazionale permette di coniugare le competenze e le risorse di diverse agenzie spaziali per realizzare una missione ambiziosa e scientificamente significativa.
La possibilità di osservare l’intera durata di un’eclissi solare e studiare la corona solare da una prospettiva spaziale è estremamente importante per gli scienziati. Questi dati permetteranno di approfondire la nostra conoscenza della dinamica solare, delle esplosioni solari e delle tempeste magnetiche, fenomeni che possono influenzare la nostra tecnologia e le comunicazioni a satellite sulla Terra. Inoltre, la comprensione della corona solare ci aiuterà a capire meglio le stelle simili al sole e la loro evoluzione.
“Questa missione segna un importante passo avanti nell’osservazione del sole e ci darà una visione senza precedenti della corona solare. La cooperazione internazionale è fondamentale per compiere progressi significativi nella scoperta scientifica e questa missione ne è un esempio eccezionale.” – ha dichiarato il direttore generale dell’ESA, Jan Wörner.