Dopo circa cinque ore di negoziati non è stata ancora trovata un’intesa tra i vertici della Wärtsilä, azienda specializzata nella produzione di motori e apparecchiature marittime, e il Governo, la Regione e altre parti interessate. Il colloquio si è tenuto presso il ministero competente a Roma, ma non sono stati raggiunti accordi soddisfacenti. L’azienda Wärtsilä potrebbe decidere di aprire la procedura prevista dalla legge 234 che, purtroppo, si concluderebbe con il licenziamento di circa 300 persone. Questo mancato accordo rappresenta un grave problema sia per l’azienda che per i lavoratori coinvolti.
Manca un’intesa al tavolo del ministero
Dopo una lunga e intensa giornata di negoziati, i vertici della Wärtsilä e i rappresentanti del Governo, della Regione e di altre parti interessate non sono riusciti a raggiungere un’intesa. I colloqui si sono svolti presso il ministero competente a Roma, ma nessuna soluzione soddisfacente è stata trovata. La Wärtsilä, azienda di rilevanza internazionale, è specializzata nella produzione di motori e apparecchiature marittime e impiega un considerevole numero di lavoratori nel suo stabilimento di Trieste. Il mancato accordo rappresenta un grave problema sia per l’azienda, che rischia di dover affrontare una procedura di licenziamento collettivo, che per i lavoratori coinvolti, che rischiano di perdere il proprio posto di lavoro.
Confindustria: scelta irresponsabile da parte dell’azienda
Confindustria Alto Adriatico, rappresentata dal suo direttore generale, ha criticato duramente la scelta dell’azienda Wärtsilä di non trovare un’intesa con il Governo e le altre parti interessate. Secondo l’associazione datoriale, l’azienda ha assunto una responsabilità gravissima nel non prendere in considerazione un accordo che avrebbe potuto salvaguardare l’occupazione dei lavoratori. La mancanza di un’intesa rappresenta un colpo duro per l’intera regione di Trieste, in cui l’azienda ha un ruolo economico significativo.
“Irresponsabile e immotivato.”
- La Wärtsilä e il Governo non raggiungono un accordo dopo cinque ore di negoziati
- L’azienda potrebbe aprire una procedura di licenziamento collettivo che coinvolgerebbe 300 persone
- Confindustria critica la scelta dell’azienda di non trovare un’intesa