Gli ambientalisti hanno bloccato oggi l’autostrada Roma-Civitavecchia, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa ANSA. Alcuni attivisti hanno raggiunto l’arteria principale della capitale protestando contro lo sfruttamento delle risorse dell’area circostante. Fonte: Euronews.com.
Quali sono le ragioni specifiche che hanno spinto gli ambientalisti a bloccare l’autostrada Roma-Civitavecchia?
Le ragioni che hanno spinto gli ambientalisti a bloccare l’autostrada Roma-Civitavecchia sono abbastanza chiare: intendono ottenere una maggiore tutela della salute dell’area circostante. L’autostrada è infatti considerata una minaccia per l’ambiente a causa di inquinamento atmosferico, acustico, idrico e del suolo. Inoltre, la costruzione del tratto ha comportato la devastazione di alcune superfici agricole e di una grande parte delle aree boschive native della zona.
Gli ambientalisti ritengono che l’autostrada sia, a detta loro, una “causa di importazione” di inquinamento, poiché attraverserebbe i comuni nel raggio di 20 chilometri intorno alla capitale. Detto questo, sostengono che l’autostrada rappresenti una seria minaccia allo stato ambente dell’area, anche alla luce della crescita demografica e il conseguente aumento del traffico pendolare.
Gli ambientalisti ritengono anche che l’autostrada non sia necessaria e auspicate il potenziamento degli orari e dei collegamenti dei mezzi pubblici, sostenendo che sarebbe un modo più efficace per diminuire il traffico pendolare dei lavoratori. Inoltre, alcuni attivisti ritengono che ci siano altri mezzi per migliorare la connessione tra Roma e Civitavecchia, senza costruire un’autostrada.
In conclusione, gli ambientalisti hanno bloccato l’autostrada Roma-Civitavecchia in segno di protesta contro l’inquinamento e l’impatto ambientale che essa causerebbe. Sperano anche che le autorità locali e nazionali prendano in considerazione le loro preoccupazioni con una politica adeguata alla tutela dell’ecosistema e alla riduzione del traffico familiare.
Quali sono le principali risorse dell’area circostante che gli attivisti sostengono vengano sfruttate in modo non sostenibile?
La protesta di questa mattina dell’autostrada Roma-Civitavecchia rappresenta il culmine di una campagna che va avanti da anni da parte degli ambientalisti. Ognuno di loro si è unito a questo appello per resistere all’utilizzo non sostenibile delle risorse dell’area circostante.
Le principali risorse dell’area circostante che gli attivisti sostengono vengano sfruttate in modo non sostenibile sono l’acqua, le foreste, la terra e le aree agricole e, in particolare, la Valle del Tevere. A partire dal 2016, quando l’Unione Europea ha reso obbligatorio l’utilizzo di fonti renewable, le industrie locali hanno intensificato l’estrazione di idrocarburi non rinnovabili nella regione di Roma.
Gli ambientalisti e i gruppi ambientalisti hanno dichiarato che l’estrazione di carburanti fossili sta creando un impatto ambientale profondo sull’area circostante, danneggiando la biodiversità e i pascoli locali. Inoltre, sostengono che lo sfruttamento dell’acqua e del suolo sta minacciando le riserve alimentari basate su pascoli e agricoltura, così come l ‘ecosistema respiratorio dell’area circostante.
Oltre al danno causato dall’ estrazione di carburanti non rinnovabili, gli ambientalisti sostengono che la Valle del Tevere sta subendo una pressione crescente per la costruzione di grandi progetti di infrastruttura a cui stanno lavorando alcune grandi compagnie, come Autorità portuaria e Anas. Oltre ai grandi progetti infrastrutturali, questi attivisti temono che l’area circostante all’autostrada Rome-Civitavecchia possa essere sfruttata ancora di più in futuro per lo sviluppo della logistica e della movimentazione.
Gli attivisti sostengono che questi progetti non riconoscono i diritti dei residenti locali nello sfruttamento e nel consumo delle loro risorse. Essi sostengono, inoltre, che questi progetti di sviluppo sono fondati su pochi interessi economici e che non garantiscono la salvaguardia dei diritti e dei beni dei loro cittadini.
Gli ambientalisti stanno sostenendo che una volta che avranno raggiunto la firma dei governatori per l’approvazione della loro richiesta di sospendere le attività di estrazione e costruzione nelle aree circostanti l’autostrada Roma-Civitavecchia, i piani di sviluppo dell’area dovranno essere rivisti in modo da prendere in considerazione la conservazione delle risorse locali e la ricerca di modi sostenibili per estrarre i carburanti in futuro.
Gli ambientalisti stanno facendo sentire la loro voce e stanno chiedendo all’Autorità portuaria e all’ANAS di considerare le conseguenze di tutti i loro progetti, sia quelli in corso che quelli futuri, sull’ambiente, sugli ecosistemi circostanti, sugli stili di vita dei residenti e sulla salute dei cittadini.
Qual è stata la reazione delle autorità locali e nazionali di fronte a questa protesta degli ambientalisti?
La reazione delle autorità locali e nazionali di fronte a questa protesta degli ambientalisti è stata immediata. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa ANSA, il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio ha espresso l’intenzione di svolgere una valutazione dei dati acquisiti a seguito del blocco dell’autostrada per verificare l’impatto della sua costruzione sull’ambiente. Inoltre, il governo ha espresso l’intenzione di investire in un progetto di sostenibilità ambientale che possa sostenere lo sviluppo dell’area circostante. Al contempo, le autorità locali hanno aperto un dialogo con i rappresentanti dei gruppi ecologisti, con la speranza che arrivino a un’intesa inclusiva che coinvolga le due parti.