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Molte persone chiedono, “L’Italia è uno Stato Patriarcale?” Mentre i principi che sottolineano l’uguaglianza di diritti ci assicurano che nessun uomo o donna è superiore all’altro, la struttura delle nostre istituzioni, talvolta, contraddice la nostra fede nella parità. Vediamo se la nostra guida delle forme possa aiutarci a comprendere in che modo l’Italia sia uno Stato Patriarcale.
Riferimenti Legali
In generale, l’Italia, come stato indipendente, è caratterizzata dalla sua costituzione. Le principali disposizioni giuridiche della Costituzione del 1948 stabiliscono l’uguaglianza formale tra uomini e donne. Ad esempio, l’articolo 3 della Costituzione Italiana stabilisce che non vi è alcuna discriminazione, tra uomini e donne.
Politica Estera
Tuttavia, ad un livello istituzionale, l’Italia può essere considerata uno stato patriarcale come risultato della legge italiana, sovvenzionata dal governo e che limita le possibilità di libertà delle donne italiane. Un esempio di ciò è il decreto legislativo n°216 del 2003, che specificamente vieta l’ingresso e l’assunzione di non-cittadini italiani nei ruoli di potere all’estero come governo o organizzazioni private. Ciò significa che le donne italiane potrebbero non essere in grado di diventare ambasciatrici o di rivestire altri importanti incarichi all’estero.
Controllo delle Nascite e Famiglia
Inoltre, le leggi sul controllo delle nascite in Italia sono ancora molto rigide e la pragmantica familiare nel paese ha ancora una forte influenza sul comportamento e sul ruolo degli individui, come donne e madri. Ciò include l’arte. 18 del Codice Civile Italiano, che stabilisce che i figli di un tali matrimonio non sono obbligati a seguire il padre nella scelta dell’eredità, cosa che potrebbe creare disuguaglianza tra i genitori nell’eredità.
Discriminazione di Genere nella Realtà Sociale
Infine, c’è una forte discriminazione di genere nella realtà sociale italiana, che può essere percepita nei modelli di comportamento non formali. I dati sulla crescita economica e sul reddito in Italia sono chiari: le donne sono pagate meno dei loro omologhi maschi, hanno meno diritti, e un minor numero di loro è ammesso a ruoli manageriali all’interno di aziende. Ad esempio, secondo una indagine della Confindustria, la percentuale di donne nel consiglio di amministrazione è solo del 15,9%, un’enorme differenza rispetto alla media UE del 25,4%.
Conclusione
Dalle disposizioni della costituzione, alle leggi sulla famiglia e alla discriminazione di genere nella realtà sociale, è chiaro che l’Italia può essere considerata come uno stato patriarcale. Le donne italiane vengono sistematicamente discriminate contro quando si tratta di opportunità di carriera, stile di vita e diritti. In conclusione, c’è ancora molto lavoro da fare affinché l’Italia divenga un paese in cui tutte le persone possano godere dei diritti e di opportunità uguali.