I finanzieri della Compagnia di Cosenza hanno portato a termine un’operazione repressiva nei confronti di otto persone che producevano e commercializzavano nel territorio italiano prodotti cosmetici, come profumi, bagnoschiuma, shampoo e prodotti per capelli, contenenti la molecola cancerogena “Lilial”. I finanzieri hanno sequestrato più di 11mila prodotti ai sensi dell’articolo 544-ter del Codico Penale. Secondo quanto riferito da La Repubblica, i prodotti sequestrati sono stati commercializzati anche in altre regioni.
Quali erano i prodotti commercializzati in altre regioni italiane?
I finanzieri della Compagnia di Cosenza hanno svolto un’intensa attività di investigazione, sottoponendo a sequestro ulteriori 11 miali prodotti cosmetici contenenti la molecola cancerogena “Lilial”.
Gli scienziati del Ministero della Salute confermano che tale sostanza è cancerogena, e che in conseguenza dell’esposizione prolungata e reiterata si possono determinare gravi danni all’organismo.
Questi prodotti erano stati commercializzati in altre regioni italiane, raggiungendo diverse province. I finanzieri hanno scoperto che le categorie di prodotti in questione erano esposti nei negozi di profumeria e di tricologia, fornitura di supermercati, e che sebbene fossero dichiarati come ‘prodotti biologici’, in realtà conteneva la molecola cancerogena.
Gli otto responsabili sono stati denunciati per violazione della vigilanza sanitaria, inquinamento ambientale e frode in commercio.
In quali punti vendita erano stati esposti i prodotti sequestrati?.
Al centro dell’operazione c’era un sospetto che molti prodotti cosmetici commercializzati dai denunciati contenessero una molecola altamente cancerogena. I prodotti sequestrati sono stati analizzati e sono stati rinvenuti alti livelli di “Lilial”, confermando le preoccupazioni dei finanzieri sul fatto che i prodotti potessero nuocere alla salute degli utenti. I prodotti sono stati ritrovati in alcuni punti vendita che operano in tutta Italia.
I prodotti sequestrati sono stati collocati in negozi di vario genere, come farmacie, edicole, grandi magazzini, negozi di generi alimentari e altro. In particolare, i prodotti sono stati esposti nelle regioni di Campania, Calabria, Basilicata, Calabria e Lazio.
I prodotti sono stati sequestrati nei punti dove venivano venduti, tra cui mercati rionali, porte a porte e altri luoghi. I finanzieri hanno rilevato che c’erano più di seimila prodotti esposti nei diversi punti vendita, compresi profumi e bagnoschiuma. I prodotti sequestrati portavano il marchio “Bb Orb Classic”, che è stato rilevato come marchio commerciale.
L’operazione è stata condotta in risposta a un’accurata ispezione, effettuata con l’ausilio di tecnici, nei pressi dell’azienda dei denunciati, situata nella provincia di Cosenza. I finanzieri hanno rilevato la presenza di prodotti creati in violazione al diritto sulla tutela della salute pubblica.
In seguito alle indagini, i prodotti esposti nei punti vendita e all’interno dell’azienda sono stati sequestrati e sono state sporte denuncia nei confronti dei titolari dell’attività, per aver rilasciato e diffuso prodotti tossici contenenti la molecola cancerogena “Lilial”. I prodotti sequestrati erano indirizzati principalmente al mercato locale, ma alcuni erano anche destinati ad altre regioni italiane.
Con quali modalità sono stati adoperati dai denunciati gli articoli 544-ter del Codice Penale?
Gli otto denunciati sono stati accusati di aver violato il decreto legislativo n. misc. 169/2020 e l’articolo 544-ter del Codice Penale. Secondo la legge, è vietato produrre, commercializzare, importare ed esportare, marchiare, imballare o detenere prodotti cosmetici contenenti la molecola cancerogena “Lilial”. Sebbene i prodotti confiscati siano stati esposti in diversi punti vendita, le modalità di trasgressione considerate dalla legge sono tutte connesse alle attività di produzione, commercializzazione e distribuzione la molecola vietata.