Uno degli emendamenti approvati in commissione Bilancio alla Camera prevede la possibilità per le Regioni di coinvolgere “associazioni pro-vita” nei consultori femminili. Questo emendamento fa parte del decreto sul Pnrr e è stato a prima firma Lorenzo Malagola di Fratelli d’Italia. L’emendamento consente a “soggetti del terzo settore con esperienza nella maternità” di entrare nei consultori dove le donne possono avviare il percorso per l’IVG. La decisione di includere le associazioni anti-aborto nelle strutture che offrono supporto alle donne che considerano l’aborto ha sollevato polemiche e proteste da parte delle opposizioni, in particolare del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle.
Le opposizioni criticano l’emendamento
Gli oppositori all’emendamento sostengono che questa decisione rappresenta un’offesa ai diritti delle donne e ai principi sanciti dalla Legge 22 maggio 1978, n. 194, che regolamenta l’aborto in Italia. Il dibattito si concentra sulla possibilità di permettere alle associazioni anti-aborto di influenzare e indirizzare le donne che stanno valutando l’opzione dell’IVG. I sostenitori dell’emendamento sostengono che l’inclusione di tali associazioni può fornire un sostegno alternativo alle donne che desiderano tenere il bambino, ma che non hanno le risorse o il supporto necessario.
Polemiche e fiducia del governo
L’emendamento proposto da Fratelli d’Italia ha sollevato polemiche nel panorama politico italiano. Il governo ha deciso di mettere la fiducia sul decreto del Pnrr, dimostrando così l’importanza che attribuisce a questa questione. Il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle si sono dichiarati indignati e hanno definito l’emendamento un’offesa ai diritti delle donne e un passo indietro nella tutela dei diritti riproduttivi femminili.