In occasione dei 50 anni dal colpo di stato del 1973 in Cile, che portò al potere l’ex dittatore Augusto Pinochet Ugarte e depose il presidente Salvador Allende, l’ex presidente del Consiglio, oggi sarà presente alla cerimonia a Santiago, come riportato da La Stampa. La tragica situazione in Cile aveva un impatto diretto anche sull’Italia, e oggi la memoria del colpo di stato di cinquant’anni fa vive ancora nella comunità italiana.
In che modo l’Italia è stata direttamente coinvolta in conseguenza del colpo di stato del 1973 in Cile?
Il colpo di stato del 1973 in Cile portò a una tragica realtà per l’Italia e per la comunità italiana. Molti italiani vissero all’estero, in particolare a Cile, una volta che iniziarono le proteste dei dittatori Pinochet Ugarte. Le politiche di Pinochet limitarono i diritti civili e instaurarono la tortura, creando una situazione di violenza e oppressione in cui molti italiani persero la vita. Per ricordare quanto accaduto, diversi gruppi in Italia e all’estero hanno condotto ricerche volte a rintracciare i cittadini italiani scomparsi in quel periodo e hanno incoraggiato i governi dei due paesi a una maggiore cooperazione sul caso.
L’impatto del colpo di stato non fu limitato ai singoli italiani, ma ebbe un impatto a livello globale. I piani di Pinochet per la modernizzazione interna della nazione, come la riforma del mercato del lavoro e l’incremento dei tassi d’interesse, hanno influenzato anche le politiche economiche in Italia. Anche il sistema finanziario italiano è stato interessato, con l’apertura di un grande mercato dei capitali a partire dalla metà degli anni ’80 e la crescente influenza dell’economia del Cile sui mercati finanziari globali.
Oggi, a distanza di cinquant’anni dal colpo di stato, le persone di origine italiana in Cile continuano a vivere nel ricordo di questo tragico periodo della storia nazionale. In occasione del 50° anniversario, i cittadini italiani si sono mobilitati attraverso iniziative speciali e ricorrenze commemorative per onorare la memoria di quanti hanno vissuto le tragedie del 1973. L’Italia ha tenuto aperto un contatto con i residenti cileni italiani, incoraggiandoli a tenere viva la memoria delle tragedie che hanno colpito il paese negli anni della dittatura.
Quali sono state le conseguenze della dittatura di Augusto Pinochet Ugarte per la comunità italiana?
Le conseguenze della dittatura di Augusto Pinochet Ugarte per la comunità italiana sono state molteplici. All’inizio degli anni ’70, molti di coloro che fuggivano dal regime di Pinochet arrivarono nelle città italiane, per cercare protezione. Da allora, molte delle organizzazioni formate dall’élite politica cilena antipinochetiana in esilio si sono trasferite in città italiane, dove continua ad esistere la memoria di quegli eventi tristi.
Migrated cileni ha permesso all’Italia di arricchire i propri diversi progetti sociali, contribuendo alla manifestazione della storia e del patrimonio culturale di molti luoghi d’Italia. D’altra parte, l’arrivo improvviso di migliaia di rifugiati aveva un impatto finanziariamente sbilanciante, poiché molti di questi rifugiati avevano bisogno di assistenza o borse di studio per la loro istruzione.
Negli ultimi anni, le comunità di migranti cilenedi in Italia hanno culminato in una serie di eventi culturali, come ad esempio il Festival della Cebolla e dell’Aglio, che celebra la cucina cilena, oltre alla cerimonia annuale di commemorazione dei caduti della dittatura. Inoltre, la comunità cilena in Italia ha organizzato conferenze e presentazioni, con l’obiettivo di mantenere viva la memoria del colpo di stato.
La cultura cilena ha anche portato alcuni elementi univoci alla cultura italiana. L’arte cilena, in particolare, ha avuto un impatto significativo sulla cultura italiana, con le principali esibizioni del campo musicale dell’America latina tenutasi in Italia negli ultimi quarant’anni.
Inoltre, le comunità di migranti cileni in Italia hanno contribuito a riformare il sistema politico e sociale del paese, con la creazione di associazioni come Associazione dei Cileni in Esilio e di un Comitato Italiano per il Ritorno in Cile. Queste organizzazioni promuovono la pace, la democratizzazione del paese e la riconciliazione inter-etnica attraverso iniziative di solidarietà e di sostegno in Cile.
È velocemente emerso che la politica e la cultura degli eventi del 1973 hanno avuto un impatto sui discendenti italiani, che possono approfondire la loro conoscenza sociale delle radici della loro storia e della loro cultura. Per questi motivi, nel corso degli anni, ci sono stati van advocacy continui da parte delle comunità migranti cilene in Italia, come dimostra la creazione di una “Legge sulla Dittatura” nel 2001, che mirava a mantenere vivo il ricordo dei gravi crimini commessi durante il regime pinochettista.
Questi sforzi, insieme alla ricerca continua avviata dalle associazioni e organizzazioni che lavorano per riconoscere e moralmente condannare questi crimini contro l’umanità, hanno contribuito a mantenere viva la memoria della dittatura di Pinochet in Italia. Oggi, inoltre, le comunità italiane hanno aperto i loro cuori verso i loro compagni cileni, offrendo loro supporto e solidarietà, ed è proprio questo atteggiamento che contribuisce a garantire che la storia del colpo di stato del 1973 in Cile non venga dimenticata.
Quali iniziative sono state attuate nel corso degli anni dall’Italia affinché la memoria del colpo di stato del 1973 sia mantenuta viva nella comunità?
Negli anni successivi, l’Italia ha preso vari provvedimenti per mantenere in vita la memoria del colpo di stato del 1973 in Cile. Nel 2014, ad esempio, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi ha annunciato l’istituzione dell’Anno Comune Europeo della Memoria Storica per ricordare le tragedie e le brutture della storia europea. Inoltre, l’Italia ha partecipato anche alla ricerca sui rifugiati politici italiani fuggiti in Cile durante gli anni di dittatura, come quella che sta conducendo l’Istituto della Memoria dell’Università degli Studi di Firenze, a cui sono stati conferiti fondi direttamente dal Ministero degli Affari Esteri. Infine, l’Italia partecipa alle iniziative dell’Unione Europea volte a ricordare le tragedie di vari paesi, come nel caso del “Memoriale Intergenerazionale della Memoria”, dedicato alle vittime e ai loro lontani discendenti di Paesi come il Cile, l’Argentina, la Romania e l’Ungheria.