Alcuni ricercatori hanno trasformato in suoni i sogni degli uccelli partendo dall’attività muscolare durante il sonno della siringe. Lo studio condotto da un team di scienziati provenienti dalla University of Chicago e dalla University of California San Diego, ha dimostrato che è possibile ricostruire l’esperienza onirica delle specie aviarie attraverso l’analisi delle onde cerebrali e dei movimenti muscolari coincidenti con le fasi specifiche del sonno. Questa tecnica innovativa ha notevoli implicazioni per la comprensione dei processi neurali associati al sonno e per lo studio delle funzioni cognitive degli uccelli.
Il sonno degli uccelli come esperienza sonora
Attraverso l’utilizzo di elettrodi impiantati nella siringe degli uccelli, una struttura che produce il canto, gli scienziati hanno registrato l’attività muscolare durante il sonno dei volatili. Sfruttando una tecnica di decodifica dei segnali acustici, sono stati in grado di tradurre gli impulsi muscolari in suoni udibili. Alcuni uccelli, come il canarino, hanno dimostrato una sorprendente somiglianza tra le registrazioni audio dei loro movimenti muscolari durante il sonno e i loro canti diurni, suggerendo che stiano sognando di cantare.
Avanzamenti nella comprensione del sonno e dei processi neurali
Questo innovativo studio apre nuove possibilità nella comprensione del sonno e dei processi neurali. La capacità di trasformare le esperienze oniriche degli uccelli in suoni udibili potrebbe fornire importanti indizi sulla funzione del sonno e sulle attività cognitive e neurali correlate. Inoltre, questa tecnica potrebbe essere utilizzata anche in altri animali per studiare i meccanismi del sonno.
Implicazioni per la ricerca sugli uccelli
“Questo studio rappresenta un significativo passo avanti nella nostra comprensione dei sogni degli uccelli e dei processi neurali associati al sonno. L’uso della decodifica dei segnali acustici offre prospettive entusiasmanti per ulteriori ricerche sulle funzioni cognitive degli uccelli e potrebbe anche avere implicazioni per la ricerca sul sonno in altre specie animali.” – ha dichiarato il professor David Smith, uno dei ricercatori coinvolti nello studio.