La revisione prodotta dalla Commissione d’indagine Cass ha riveduto le linee guida sull’amministrazione degli inibitori della pubertà ai minori affetti da disturbo dell’identità di genere. Secondo il rapporto pubblicato in Inghilterra, l’uso di questi farmaci dovrebbe essere possibile solo in circostanze eccezionali e dopo un’accurata valutazione medica. La notizia ha fatto scalpore e sta occupando le prime pagine dei quotidiani britannici, dal progressista “Guardian” al conservatore “Telegraph”, suscitando svariate reazioni e dibattiti online.
Rapporto Cass: Fondamenta incerte dal punto di vista scientifico
Il rapporto Cass, che analizza l’utilizzo degli inibitori della pubertà per bloccare lo sviluppo sessuale nei minori con disturbo dell’identità di genere, ha evidenziato delle fondamenta incerte dal punto di vista scientifico. Secondo la commissione d’indagine, esistono poche ricerche e dati affidabili sulle linee guida e i trattamenti in questa materia. Questa mancanza di evidenze scientifiche solide ha portato alla conclusione che l’uso degli inibitori della pubertà dovrebbe essere limitato a casi eccezionali e sottoposto a una severa supervisione medica. Questo rapporto ha generato un acceso dibattito tra i sostenitori del diritto di scelta dei minori con disturbo dell’identità di genere e coloro che temono possibili rischi per la salute mentale dei giovani.
Il Servizio Sanitario Britannico blocca la somministrazione agli adolescenti
Una delle conseguenze immediate del rapporto Cass è stata la decisione del Servizio Sanitario Britannico (NHS) di bloccare la somministrazione degli inibitori della pubertà ai minori. Il NHS ha dichiarato che questa decisione è stata presa in considerazione del rapporto che mette in luce le incertezze scientifiche e la mancanza di dati affidabili. La decisione del NHS ha suscitato reazioni contrastanti, con alcuni gruppi che la considerano un importante passo avanti nella protezione della salute mentale dei minori, mentre altri la criticano come un’ingerenza nella scelta individuale e un ostacolo nell’accesso alle cure mediche necessarie.